Capitolo 9 - La battaglia contro i sottomarini tedeschi


nel 1942 prese parte alla battaglia contro i sottomarini tedeschi in qualità di Ufficiale Comandante di una corvetta in servizio nel Nord Atlantico.

Facts About L. Ron Hubbard


Ron non amava il lavoro alla scrivania e in giugno 1942 presentò richiesta di servizio in mare su un ricognitore, preferibilmente nei Caraibi, «di cui conosco popoli, lingua e costumi». C'era disperato bisogno di combattenti: i mesi successivi a Pearl Harbor furono per gli Stati Uniti tra i momenti più oscuri della guerra. L'euforia iniziale con cui era stata accolta la guerra era rapidamente svanita con l'avanzata giapponese nel Pacifico. La richiesta venne approvata e fu trasferito ai cantieri navali di Neponset, Massachusetts, con l'incarico di sovrintendere alla riconversione di un grosso motopeschereccio in cannoniera: la USS YP422. Al termine dei lavori Ron ne sarebbe diventato Ufficiale Comandante. Aveva finalmente la possibilità di dimostrare di essere l'eroe che credeva fermamente di essere. Ma fu un eroe di guerra la cui carriera al comando di una nave non durerà nemmeno tre mesi.

Il lavoro di riconversione venne completato in tempi brevi e il 9 settembre 1942 Ron inviò un dispaccio informando che la USS YP-422 era in condizioni eccellenti, che l'addestramento dell'equipaggio «si stava avvicinando all'efficienza» e il morale era alto. «Non appena verranno rimediate alcune mancanze» continuava, «il vascello sarà pronto per il mare sotto tutti i punti di vista, ed è ansioso di partire per il porto o l'incarico assegnato». Ma rimediare alle mancanze del vascello non era la sola preoccupazione per Ron, che tendeva ad essere abbastanza distratto per quanto riguardava i conti da pagare. Nel periodo in cui sovrintendeva la riconversione della YP-422, era inseguito da sarti di Brisbane e Washington DC, da cui si era fatto confezionare uniformi che non aveva pagato, e doveva ancora 265$ alla Bank of Ketchikan in Alaska. Quando la banca denunciò il debito del Sottotenente Hubbard al Bureau of Navigation di Washington, Ron scrisse una lettera indignata al cassiere: «La informo di nuovo che il motivo del mancato pagamento deriva dal brusco calo di reddito che sono stato lieto di accettare per aiutare il mio paese. Fino a quando questa guerra non sarà finita, potrò fare solo pagamenti piccoli e irregolari».

Benché il Sottotenente Hubbard fosse troppo impegnato a salvare la patria per preoccuparsi di debiti insignificanti, quando la YP-422 fu pronta per il battesimo del mare, il Sottotenente Hubbard non si trovava a bordo. Il 1 ottobre era stato sommariamente sollevato dall'incarico, ricevendo l'ordine di presentarsi al Comandante del Dodicesimo Distretto Navale «per qualsiasi incarico si riterrà opportuno assegnarLe». Gli ordini non contenevano alcuna spiegazione, ma il motivo del trasferimento era ovvio: la forte tensione con i responsabili dei lavori di riconversione, che il 25 settembre indusse il Comandante dei Cantieri Navali a inviare un dispaccio a Washington in cui diceva che dal suo punto di vista Hubbard «non aveva il temperamento giusto per il comando indipendente».

La USS YP-422
Gli infranti sogni di gloria di Ron si ricomposero all’arrivo dei nuovi ordini: venne inviato in Florida per un breve corso al Centro di Addestramento per la Localizzazione dei Sottomarini. Probabilmente gli si aprì immediatamente un panorama di meravigliose nuove immaginarie imprese: Ron la Volpe, l'asso dei cacciatori subacquei, intrepido flagello della flotta sottomarina tedesca, eccetera. Occhiali neri sugli occhi, il 2 novembre 1942 il Sottotenente Hubbard giunse al Centro di Addestramento, dove spiegò di essere costretto ad usare occhiali scuri perché era rimasto gravemente abbagliato mentre prestava servizio come ufficiale di artiglieria sul cacciatorpediniere Edsel. Era vicino alla bocca di un cannone da cinque pollici che aveva sparato in anticipo e, anche se le ferite non gli avevano danneggiato la vista, senza occhiali scuri la luce brillante del giorno gli provocava sofferenza. Al Centro divenne ben presto conoscenza comune che aveva prestato servizio sui cacciatorpediniere. Moulton, un compagno di corso con cui aveva stretto amicizia, ha raccontato che «in classe Ron veniva considerato una specie di autorità». Durante il periodo di addestramento Ron offrì ulteriori dettagli sugli stupefacenti exploit dei primi mesi di guerra. Il giorno in cui i giapponesi avevano attaccato Pearl Harbor, Ron era sbarcato dalla Edsel sulla costa settentrionale di Giava, in Indonesia, per svolgere una missione segreta. La Edsel era stata affondata un paio di giorni più tardi (nella realtà affondò tre mesi dopo, nel marzo del 1942) ed era andata a picco con tutto l'equipaggio. Quando i giapponesi avevano occupato l'isola, Ron si era diretto verso le montagne, riuscendo a sopravvivere nella giungla. Una volta era stato quasi catturato da una pattuglia giapponese, e prima di riuscire a scappare era stato colpito alla schiena dal fuoco di una mitragliatrice. Quelle ferite lo infastidivano ancora, confessò. Soffriva spesso di forti dolori al fianco destro e le pallottole avevano danneggiato il suo apparato urinario. Dopo essere stato ferito se l'era vista davvero brutta, ma alla fine aveva incontrato un altro ufficiale alla macchia e insieme avevano costruito una zattera su cui avevano attraversato il Mare di Timor, infestato dagli squali; erano stati avvistati e tratti in salvo da un cacciatorpediniere inglese o australiano a circa un centinaio di miglia dalla costa australiana (quindi dopo aver percorso sulla zattera oltre duemila chilometri). Moulton pensava si trattasse di un notevole tratto di navigazione, comunque non sospettò che nella realtà Ron si trovava al Distretto Navale di New York per l'addestramento.

Hubbard e Moulton
Nel gennaio del 1943 Ron frequentò un ulteriore corso di dieci giorni di guerra sottomarina, dopodiché fu inviato a Portland, Oregon, come aspirante Ufficiale Comandante della USS PC-815, caccia-sommergibili in costruzione. Ron propose a Moulton di fargli da ufficiale in seconda. Moulton ambiva al comando di una nave sua, ma ammirava a tal punto Ron che accettò. La USS PC-815 venne varata martedì 20 aprile 1943. L'Oregon Journal pubblicò un articolo sul varo della nuova nave che descriveva Ron come un “Veterano della caccia ai sommergibili nelle battaglie del Pacifico e dell'Atlantico … una vecchia volpe quando si tratta di afferrare per la coda i sottomarini nemici”. Per ingraziarsi i lettori, Ron raccontò al cronista di essere cresciuto a Portland e di discendere da una lunga linea di uomini di mare. Disse che il nonno, il "Capitano" Lafayette Waterbury, e il bisnonno, il "Capitano" I.C. DeWolfe, avevano entrambi contribuito alla storia della Marina americana, anche se non si dilungò sul tipo di contributo. Ron fu alquanto impreciso: il nome del bisnonno era Abram Waterbury, "I.C." erano le iniziali della nonna, ed era un veterinario che aveva lasciato le montagne dello stato di New York per unirsi alle migliaia di coloni che emigravano verso ovest a bordo di carri coperti. Il nonno Lafayette Waterbury era, come il padre, un modesto veterinario.

Il 18 maggio la USS PC-815 partì per il suo viaggio inaugurale, destinazione San Diego. Era in mare da appena cinque ore quando alle 02,30, al largo delle coste dell'Oregon, incontrò almeno uno, forse due, sommergibili nemici, proprio nel mezzo di un'affollata rotta commerciale! Nel Rapporto di Battaglia segreto inviato al Comandante in Capo della Flotta del Pacifico, Ron fornì un vivido racconto dello scontro che ne seguì:
Procedendo verso sud nella scia di un battello a vapore, l'addetto all'eco-scandaglio rilevava un contatto … il contatto veniva riferito all'Ufficiale Comandante che immediatamente rallentava tutti i motori a un terzo per permettere migliori condizioni di eco-rilevamento e collocarlo di fronte, 500 iarde avanti.
Il primo contatto fu molto buono. L'obiettivo si spostava avanti a sinistra. La posizione era chiara. La notte era illuminata dalla luna e il mare una tavola piatta … La USS PC-815 accorciò a 360 iarde, dando nel frattempo l'allarme generale a bordo … il contatto venne ripreso a 800 iarde e mantenuto a tribordo, mentre si svolgevano ulteriori indagini. Le eliche si sentivano distintamente come prima. La posizione era ancora chiara. Cercammo segnali di fumo identificativi e quando non apparvero concludemmo che l'obiettivo non doveva essere un sommergibile amico. Tutti i motori vennero spinti a 15 nodi, e l'obiettivo portato avanti dritta …
Nella prima serie di attacchi la USS PC-815 sganciò tre cariche di profondità. Quando alle 03,50 venne ristabilito il contatto col sottomarino nemico fu lanciato un secondo attacco, questa volta sganciando quattro cariche di profondità.
«Alle 04,50, con l'alba dirompente sul mare di vetro, una sentinella avvistò un oggetto scuro a circa 700 iarde a tribordo. L'oggetto sembrava in movimento … Sebbene quest'oggetto fosse molto probabilmente un tronco galleggiante, non gli vennero lasciate possibilità e fu usato come bersaglio per mettere alla prova i cannoni, che fino a quel momento non avevano sparato. Gli artiglieri, molti dei quali uomini d'esperienza, dimostrarono una mira stupefacente, raffiche e granate convergevano sull'obiettivo. Il bersaglio scomparve per diversi minuti poi, per testare i cannoni non utilizzati nel primo attacco, la nave venne girata nel caso l'oggetto si fosse ripresentato. L'oggetto riapparve, questa volta più vicino alla nave. Ancora una volta fu aperto il fuoco, e il bersaglio scomparve»
La USS PC-815 sferrò ulteriori attacchi allo sfuggente sommergibile nella speranza di farlo emergere, ma senza successo. Alla fine del sesto attacco le cariche di profondità in dotazione alla nave erano esaurite. I messaggi urgenti in cui si chiedevano ulteriori munizioni sulle prime non ricevettero risposta. Alle nove del mattino due ricognitori della Marina, il K-39 e il K-33, arrivarono sulla scena per collaborare alle ricerche. Verso mezzogiorno Ron si era convinto che il sommergibile fosse stato messo fuori combattimento, o almeno impossibilitato a lanciare i siluri, visto che nel mare calmo la PC-815 rappresentava un bersaglio facile ma non era stata attaccata. Nel primo pomeriggio giunse sul posto anche un secondo caccia-sommergibili, il più piccolo USS SC-536, che non riuscì a prendere contatto con l'obiettivo. Dal ponte del PC-815 Ron si offrì di guidare l'altra nave in un attacco; avrebbe usato un fischietto come segnale per sganciare le cariche di profondità. «Con il muso del SC-536 quasi incollato al nostro pennone» scrisse, «ci apprestammo ad una nuova serie di attacchi … vennero sganciate quattro cariche di profondità nel primo, e due nel secondo. I ricognitori iniziarono a vedere olio e bolle d'aria nei pressi dell'ultimo attacco, e infine un periscopio. Anche dalla nave si vedevano bolle d'aria … alle 16,06 riferirono nuovamente l'avvistamento di olio, e anche da questa nave si vedeva olio. Furono avvistate grosse bolle d'aria e gli addetti sonar rilevarono il rumore di serbatoi in affondamento … I cannoni vennero quindi spostati a mano, con grande attenzione, e aspettavamo l'emersione del sommergibile. Eravamo tutti calmi, gli artiglieri scherzavano su chi avrebbe sparato il primo colpo».

Ma il sommergibile non emerse. Lungi dal sentirsi scoraggiato Ron sembrava ormai convinto che non si trattasse di uno solo, ma due sottomarini appostati da qualche parte sotto di loro. L'operatore sonar aveva riferito di aver avuto un secondo e distinto contatto qualche ora prima. Verso le cinque del pomeriggio una pattuglia della Guardia Costiera portò ulteriori munizioni e poco dopo giunse sul posto anche una seconda imbarcazione sempre della Guardia Costiera, la Bonham, seguita da un ulteriore caccia-sommergibili, il USS SC-537. Al largo delle coste dell'Oregon cinque navi e due ricognitori erano impegnati nella ricerca dei sottomarini nemici. Le operazioni continuarono per tutto il giorno seguente, anche se non tutti gli Ufficiali Comandanti erano così accaniti o convinti quanto Ron. «Né la SC-537 né il Bonham» annotò Hubbard sdegnato, «hanno mostrato comprensione per quanto stava accadendo e hanno rifiutato di collaborare». La SC-537, aggiunse con malcelato disgusto, non sganciò nemmeno una carica. In compenso la sua USS PC-815 si impegnò in un attacco via l'altro, muovendosi avanti e indietro a grande velocità e scaricando una carica dopo l'altra.

Ancora non emergevano corpi o relitti, ma Ron non si lasciò minimamente scoraggiare:
«Visto che il giorno precedente per tre volte avevamo individuato due obiettivi sottomarini, abbiamo ritenuto che la mancata emersione dipendesse dal fatto che era sceso a 100 metri. L'altro aveva ancora batterie a sufficienza perché nel corso degli attacchi successivi si muoveva a notevole velocità … Nel corso della notte seguente la USS PC-815 tenne controllata l'area. Al sorgere della luna vedemmo una chiazza oleosa su cui indagammo, anche se era troppo piccola … Ricevemmo un rapporto secondo cui il sommergibile era emerso al largo di Sand Lake, così tutti i vascelli eccetto il Bonham si diressero velocemente verso nord. Ma prima di raggiungere la velocità di crociera, ci riferirono che il presunto "sommergibile" era un peschereccio …
Alle ore 07,00 del 21 maggio 1943, trovandosi questa nave ancora nella zona degli attacchi della sera precedente, interrompemmo le ricerche … Improvvisamente a prora emerse una bolla di olio color arancione, molto viscosa. L'Ufficiale Comandante, giunto in coperta, notò una seconda bolla di olio arancione emergere a lato della prima. L'addetto al sonar riferì di aver sentito serbatoi in affondamento a prora.
Allora tutti gli uomini sui ponti videro il periscopio che si muoveva da destra a sinistra, e si elevava sulla prima bolla d'olio di circa mezzo metro. Tubo e lenti dello strumento erano inconfondibili … al suo apparire entrambi gli artiglieri fecero fuoco diretto da circa 50 iarde di distanza. Il periscopio svanì in una nube di proiettili da 20 mm
»
La USS PC-815 attaccò nuovamente scaricando le sue ultime due cariche di profondità. A mezzanotte, dopo aver condotto un'azione durata ininterrottamente due giorni e mezzo, Ron ricevette l'ordine di rientrare ad Astoria. Sul rapporto annotò, piuttosto amaramente, che il ritorno era stato accolto con «notevole scetticismo». Ciononostante la sua conclusione fu inequivocabile: «Nello specifico si afferma che un sommergibile, presumibilmente giapponese, è stato danneggiato al punto da compromettergli la possibilità di lasciare la scena e che l'altro sommergibile, presumibilmente giapponese, è stato danneggiato al punto da non poter tornare alla base. Questo vascello non chiede meriti per sé. È stato costruito appositamente per dare la caccia ai sommergibili. Il suo equipaggio è stato addestrato per dare la caccia ai sommergibili. Nonostante abbia inizialmente scavalcato gli ordini attaccando il primo contatto, questo vascello ritiene di aver fatto unicamente il suo dovere, il compito per cui è stato inteso, e rimane pronto a compiere di nuovo il suo dovere».

La Marina degli Stati Uniti iniziò immediatamente un'indagine sull'incidente. I nastri delle registrazioni del sonar della PC-815 vennero valutati da esperti e dopo aver visionato tutti i rapporti, l’Ammiraglio Frank Jack Fletcher concluse che le cento cariche di profondità sganciate nel corso della "battaglia" avevano forse ucciso qualche pesce, ma certamente nessun giapponese. In un memorandum al Comandante in Capo della Flotta del Pacifico, datato 8 giugno 1943, Fletcher scrisse: «L'analisi di tutti i rapporti mi convince che nella zona non c'erano sommergibili. Il Tenente Comandante Sullivan [Comandante dei ricognitori] afferma di non essere riuscito a trovare traccia della presenza di un sottomarino, salvo una bolla d'aria provocata dall'esplosione di una carica di profondità. Gli Ufficiali Comandanti di tutte le navi eccetto la PC-815 sostengono di non aver trovato indizi della presenza di sommergibili, e non pensano che nell'area fossero presenti». Fletcher aggiunse che nell'area in cui erano state sganciate le cariche di profondità era presente «un noto campo magnetico». Le conclusioni erano chiare: il Sottotenente Hubbard, Ufficiale Comandante della USS PC-815, aveva combattuto una battaglia di due giorni contro un campo magnetico. Agli sconsolati membri dell'equipaggio della USS PC-815, che si aspettavano un ritorno a casa da eroi, Ron liquidò lo smacco sostenendo che l'esistenza dei sommergibili era stata negata per una decisione politica: evitare il diffondersi dell'allarme tra la popolazione civile.

quando mi sarei trovato in mezzo all’Oceano Pacifico, con un gran bel da fare coi sottomarini dei giapponesi …

La valutazione dei dati – conferenza del 11 agosto 1964


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