Capitolo 23 - L’Etica di Scientology, disciplina da incubo


Urquhart era un ragazzo scozzese che prima di conoscere Dianetics studiava musica al Trinity College. «Per me Dianetics fu come qualcuno che mi toglie le ragnatele dalla mente» ha raccontato. Lavorava come cameriere part-time quando Ron gli chiese di trasferirsi a Saint Hill in veste di maggiordomo. «Non l'avrei fatto per nessun altro. Cucinavo tutti i pasti, spazzavo i pavimenti, rifacevo i letti e correvo tutto il giorno per 12 sterline la settimana più vitto e alloggio. Ero veramente felice, ma le cose cambiarono drasticamente nel 1965, quando arrivò "l'etica". Venni assegnato ad una "condizione di emergenza" perché una sera gli servii del salmone non perfettamente fresco. Rimasi scioccato. Si doveva risalire un'intera formula, scriverla e sottoporla con la richiesta di essere nuovamente promosso di condizione».

Le "condizioni" sono una parte essenziale della neonata "tecnologia di etica" che Hubbard mise a punto alla metà degli anni sessanta. In realtà è una forma di controllo sociale, il primo gradino verso la creazione di una società all'interno di Scientology che alla fine avrebbe ricordato lo stato totalitario descritto da George Orwell nel romanzo 1984. Chiunque venga ritenuto sleale, o poco produttivo, o si suppone che abbia infranto una norma di Scientology, viene deferito ad un "ufficiale di etica" che gli assegna una "condizione" in base alla gravità dell'offesa. Ogni condizione prevede una serie di punizioni. Nella "condizione di impedimento", ad esempio, il colpevole deve legarsi al braccio sinistro un cencio grigio e sporco. Il peggio che possa capitare è venire dichiarato "SP", Persona Soppressiva, l'equivalente di una scomunica. Hubbard aveva definito gli SP come "Fair game" [bersaglio libero] che devono essere perseguitati, denunciati e molestati ogni volta se ne presenti l’opportunità. «Ciò che accadde con lo sviluppo dell'etica» ha raccontato Cyril Vosper, che lavorò nello staff di Saint Hill, «fu che lo zelo si espanse a discapito della tolleranza e della sanità mentale».

Nell'ottobre del 1965 la Commissione di Inchiesta australiana pubblicò il suo rapporto. Presieduta da Kevin Anderson, dopo due anni di lavori e l'audizione di 151 testimoni, emise il suo parere: una condanna lapidaria di ogni aspetto di Scientology. Non era necessario andare oltre il primo paragrafo per indovinare il seguito:
"In Scientology esistono caratteristiche così grottesche che potrebbero indurre a considerare sciocca lei e innocui i suoi praticanti. Farlo porterebbe ad un grave fraintendimento delle conclusioni di questa Commissione. [...] Scientology è malvagia; le sue tecniche sono malvagie; la sua pratica è una seria minaccia alla comunità in senso medico, morale e sociale; e i suoi aderenti sono tristemente illusi ..."
In molti casi, continuava il rapporto, i procedimenti di Scientology hanno portato a disordine mentale e perdita delle facoltà critiche, e tendono a indurre servilismo in un asservimento paragonabile alla schiavitù mentale. Inoltre esisteva il pericolo di un uso scorretto della fiducia, e l'esistenza di dossier contenenti le confessioni e i segreti più intimi di migliaia di individui era per essi una minaccia costante. Il rapporto suggeriva inoltre che la sanità mentale di Hubbard dovesse essere considerata "fortemente in dubbio". I suoi scritti, che abbondano di auto-glorificazione e grandiosità, erano zeppi di accessi istrionici, isterici ed incontinenti; il prodotto di una persona dalla mente malata. La sua propensione per i neologismi, comune nello schizofrenico, e la sua mania di inventare teorie sempre più bizzarre, era fortemente indicativa di schizofrenia paranoide con manie di grandezza. "Sintomi", aggiungeva il rapporto, "comuni ai dittatori".

Hubbard cominciò a lottare contro il rapporto Anderson il giorno stesso della sua pubblicazione. A caldo, con i media liquidò l'inchiesta australiana come un «tribunale clandestino» illegale, che gli aveva negato la possibilità di testimoniare (in realtà era stato invitato a comparire, ma Hubbard rifiutò adducendo impegni inderogabili); le conclusioni del rapporto erano «isteriche» e assimilabili ai processi per eresia che negli anni bui avevano condannato le streghe al rogo. Tuttavia il dott. Hubbard aveva un cuore generoso: «Nel 1942, quando ero sottufficiale della Marina degli Stati Uniti di stanza nell'Australia Settentrionale, il destino ha voluto che li salvassi dai giapponesi. E per il bene degli scientologi di laggiù, continuerò ad aiutarli». Venne poi diffusa la risposta ufficiale di Scientology al rapporto Anderson, che di certo non era intesa ad accattivarsi la simpatia degli australiani: «Solo una società fondata da criminali, organizzata da criminali e dedita a rendere criminali le persone, potrebbe giungere a tali conclusioni» dichiarava l'introduzione, «Victoria è stato fondato dalla feccia dei bassifondi di Londra - rapinatori, assassini, prostitute, ricettatori, […] le sottigliezze della verità e della giustizia, dell'ascolto di testimonianze e del soppesare prove, non sono per uomini i cui antenati si perdono nella promiscuità delle navi che li hanno trasportati in catene».

Ai suoi seguaci Hubbard trasmise un messaggio diverso: aveva accettato di collaborare ad un’indagine sui servizi di salute mentale australiani, ma qualcosa era andato storto. «Avremmo potuto avere la possibilità di portare la psichiatria alla sbarra per assassinio, eutanasia, sterilizzazione, tortura e abusi sessuali, e avremmo potuto spazzar via il buon nome della psichiatria. Sfortunatamente, a causa di pasticci da qualche parte lungo il percorso, l'inchiesta si è ristretta alla sola Scientology, così si è fatta confusione». Delineava poi la procedura da seguire in caso di ulteriori indagini su Scientology. Il primo passo era identificare gli antagonisti, poi indagarli per «reati penali o peggio», quindi iniziare a passare alla stampa «sensazionali prove fattuali di tremendi crimini sessuali». «Non sottoponetevi mai passivamente ad un'inchiesta su di noi» ammoniva, «rendete la vita molto, molto dura a chi ci attacca» (15).


Il rapporto Anderson non fu un temporale passeggero. Portò a continue indagini dei media su Scientology e stimolò i governi ad adottare contromisure. Quello australiano fu il primo ad agire: nel dicembre del 1965 lo Stato di Victoria promulgò lo Psychological Practices Act che di fatto metteva fuori legge Scientology. Il 7 febbraio 1966 il deputato Lord Balniel, all'epoca presidente della National Association for Mental Health, prese la parola alla Camera dei Comuni chiedendo al Ministro della Salute di dare avvio ad un'indagine su Scientology in Gran Bretagna.

Il “generoso umanitario” replicò a modo suo. Due giorni dopo, da Saint Hill emise il suo editto: «mettete un investigatore privato alle costole di quel Lord, e disseppellite tutte le notizie piccanti sul suo passato. Esistono». Il 17 febbraio Hubbard istituì una "Sezione Investigativa Privata" composta da detective professionisti. La sua funzione era «aiutare LRH a indagare su questioni e singoli individui pubblici che sembrano ostacolare la libertà umana». Al primo investigatore privato assunto per dirigere la sezione fu detto di trovare almeno «un assassinio, uno stupro o un'aggressione» su ogni psichiatra del Regno Unito, ad iniziare da Lord Balniel. Sfortunatamente per Hubbard, il prode detective se la svignò subito, e vendette la sua storia ad un quotidiano della domenica creando ulteriore discredito per Scientology.

Perché Scientology è finita in tribunale molte volte?

La Chiesa è andata in tribunale in molte nazioni a sostenere il diritto alla libertà religiosa. In Australia, ad esempio, azioni legali promosse dalla Chiesa hanno portato a una vittoria particolarmente significativa, che ha notevolmente aumentato la libertà religiosa in quel paese.

Esistono leggi contro la pratica di Scientology? È stata messa al bando?

Naturalmente no. Infatti, la Chiesa ha ricevuto numerosi riconoscimenti, encomi e conferme da vari governi, per i contributi offerti alla società

Che cos'è Scientology?




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