Capitolo 33 - Il suicidio di Quentin Hubbard


Venne rinvenuto a Las Vegas alle 08,32 del 28 ottobre 1976, reclinato sul volante di una Pontiac bianca parcheggiata sulla Sunset Road. I finestrini erano chiusi e dal deflettore di destra entrava un tubo collegato allo scarico dell'auto, che al momento del ritrovamento aveva ancora il motore acceso. L'agente Bruns estrasse dall’auto il ragazzo che respirava ancora. Non aveva documenti di identità e l'auto era priva di targa. Dal rapporto della Polizia: «Il soggetto era molto trasandato, i vestiti sporchi, e potrebbe essere descritto come un vagabondo. Maschio di razza bianca di età compresa tra i 25 e i 30 anni. Il soggetto è stato trasportato al Southern Nevada Memorial Hospital in ambulanza».

Quentin Hubbard
Quentin non riprese mai conoscenza e morì alle 21,15 del 12 novembre. Lunedì 15 novembre l'ufficio del coroner identificò il proprietario del veicolo: Quentin Hubbard, 210 South Fort Harrison Avenue, Clearwater. Quando Mary Sue apprese la notizia urlò per dieci minuti di fila. «Fu terribile» ha raccontato Kima Douglas. «Non smetteva più. Il vecchio non pianse, né si fece prendere dalla commozione. Era furioso. Era veramente arrabbiato per il fatto che Quentin gli avesse fatto uno sgarbo del genere». Nel frattempo il Guardian's Office si era messo velocemente in moto per "maneggiare" la situazione, che venne gestita da Ed Walters: «Quando scoprirono che si trattava di Quentin, mi dissero di trafugare le sue cartelle cliniche. Pare che contenessero le prove che aveva avuto un rapporto omosessuale poco prima di essere rinvenuto, e non volevano che una cosa del genere si sapesse in giro. C'era una ragazza scientologa che lavorava all'ospedale che riuscì a prendere tutte le cartelle e i rapporti su Quentin e me le diede, e io poi consegnai tutto al Guardian's Office».

Lunedì 22 novembre una giovane di nome Mary Rezzonico arrivò con un'autorizzazione firmata da L. Ron Hubbard e Mary Sue Hubbard: doveva prendersi cura delle spoglie del figlio e dei suoi effetti personali. La Rezzonico disse di aver ottenuto personalmente l'autorizzazione degli Hubbard il fine settimana precedente «in una località non specificata dell'Irlanda». Quentin venne cremato il giorno successivo. «Sapevo che aveva problemi di omosessualità» ha raccontato Ed Walters, «ma era un bravo ragazzo. Era un ragazzo delicato, gentile, non un tipo spietato e crudele. Per un certo tempo aveva desiderato lasciare Scientology, ma semplicemente non puoi lasciare una cosa come Scientology: se te ne vai diventi un nemico. Sapeva che il padre attaccava violentemente chiunque lo tradisse, e sapeva che il Guardian's Office gli avrebbe dato la caccia come traditore. Era cresciuto in Scientology e il mondo esterno gli incuteva timore, così pieno di wogs e gente cattiva. Credo che semplicemente non vedesse altre vie d'uscita».

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Dopo la morte di Quentin, il breve periodo di cordialità del Commodoro svanì ed egli tornò il tiranno volgare e rabbioso di prima, tormentato da fobie, “circondato da stupidi” e “assediato da nemici”. In preda ai suoi attacchi d'ira sembrava spesso uno squilibrato, con i lunghi capelli trasandati, gli occhi spiritati, i denti guasti e la saliva agli angoli della bocca. Ma nessuno avrebbe osato anche solo pensare una cosa del genere su colui che doveva rendere mentalmente sano l'intero pianeta.

Mary Sue, intanto, si dibatteva con le conseguenze dell'operazione Biancaneve. Il vero problema era cosa fare con Michael Meisner, latitante sempre più irrequieto e deluso dagli sforzi dei superiori per risolvere la sua situazione. Ad un certo punto Mary Sue pensò di farne un capro espiatorio e un responsabile del Guardian's Office suggerì di dire alle autorità che Meisner stava cercando di ricattare la chiesa. Dopo otto mesi in fuga, spostato continuamente da un rifugio segreto all'altro, Meisner minacciava di "fare blow", ossia di abbandonare Scientology. Venne posto sotto sorveglianza: il latitante era diventato un prigioniero. Il 20 giugno del 1977 riuscì a scappare in modo rocambolesco dall'appartamento di Glendale, dove era da tempo trattenuto, e rifugiarsi in una sala da bowling da dove chiamò l'FBI. Disse che voleva costituirsi.

Su istruzione dei federali, due giorni più tardi il Guardian's Office ricevette una lettera, con timbro postale di San Francisco, in cui Meisner informava che si sarebbe nascosto per un po' per fare il punto della situazione. Su ordine di Mary Sue, il Guardian's Office stava cercando il modo di neutralizzarlo nel caso avesse tradito, ma era troppo tardi: Meisner era già a Washington e stava descrivendo agli sbalorditi agenti dell'FBI scopi e successi dell'operazione. Alle sei del mattino dell'8 luglio 1977 134 agenti armati di mandati di perquisizione e attrezzi da fabbro irruppero negli uffici della Chiesa di Scientology di Washington e Los Angeles, sequestrando 48.149 documenti. Le carte avrebbero rivelato uno sbalorditivo sistema di spionaggio, esteso in tutti gli Stati Uniti, e che si era introdotto in alcuni degli uffici più importanti del paese.

La reazione di Hubbard alle irruzioni fu quella che ci si sarebbe aspettati: il Guardian's Office era stato infiltrato dai soppressivi. Si rese anche conto che i documenti sequestrati dall'FBI avrebbero inevitabilmente implicato Mary Sue e decise quindi di scaricare la moglie. Il 15 luglio 1977, nel mezzo della notte, una station wagon uscì dagli alti cancelli di Olive Tree Ranch. Hubbard era disteso sul sedile posteriore, assieme a lui le messaggere Diane Reisdorf e Claire Rousseau, e uno dei pochi messaggeri maschi, Pat Broeker. Puntarono a nord verso la Interstate 5. Era mattino quando si registrarono sotto falso nome in un motel a Sparks, sul confine tra California e Nevada, e qualche giorno dopo i quattro si trasferirono in un appartamento, dove Hubbard rimase nascosto tutto il resto del 1977. Troncò le comunicazioni con il Guardian's Office e la sua famiglia, e si affidò ai tre messaggeri per mantenere collegamenti segreti con la gerarchia della Chiesa. Quando il denaro si esaurì, venne organizzato un incontro all'aeroporto di Los Angeles tra Pat Broeker e un incaricato di Clearwater che gli consegnò una valigetta contenente un milione di dollari in banconote da cento.

Dopo il Natale del 1977 l'incriminazione del Commodoro sembrò molto improbabile. Hubbard decise di tornare a La Quinta, ma restava un problema: sospettava che Mary Sue fosse ancora sorvegliata dal Bureu, per cui se lui tornava lei doveva andarsene. Hubbard arrivò al ranch la mattina del 2 gennaio 1978 e quella sera stessa Mary Sue lasciò il ranch al volante della sua BMW diretta a Los Angeles.


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