Capitolo 26 - Alla ricerca di antichi tesori


Eseguite le riparazioni, sulla Royal Scotman cominciano ad arrivare i primi studenti dei corsi che si tenevano a bordo. Una di questi era Mary Maren: «Nel 1967 ero a Saint Hill e incontrai gente di ritorno da questo misterioso progetto del mare. Uno dei ragazzi era terrorizzato, veramente stravolto; non avevo idea del perché fosse in quello stato. Due settimane dopo ne tornarono altri. Erano molto dimagriti e sembravano distrutti, come se avessero visto qualche mostro marino. Mi dimenticai di tutto quando salimmo sull'aereo per andare a fare il corso sulla nave. L'avevano chiamato il Volo di Capodanno della Libertà. L'atmosfera a bordo era molto simpatica. LRH era di ottimo umore. Si tratteneva sul ponte fino a notte fonda, raccontandoci le avventure della sua “intera traccia” e di quando faceva gare automobilistiche nella civiltà marcabiana. La civiltà di Marcab era esistita milioni di anni prima su un altro pianeta. Era simile al pianeta Terra degli anni cinquanta, solo che avevano mezzi di locomozione spaziale. LRH raccontava di essere stato un corridore automobilistico di nome Drago Verde e, prima di rimanere ucciso in un incidente, aveva stabilito un record di velocità. Nella vita successiva ebbe il nome di Diavolo Rosso, ed aveva battuto il suo stesso record, per poi tornare con il nome di Lampo Blu. Alla fine si era reso conto che non stava facendo altro che battere i suoi stessi record, e non si divertiva più. Estasiati ascoltavamo queste storie per ore. Condividere queste cose ci sembrava un onore e un privilegio». Mary Maren e i suoi compagni, che sul ponte della Royal Scotman ascoltavano Hubbard per ore, non avrebbero mai messo in dubbio che fosse davvero stato un pilota automobilistico marcabiano, anche se risulta incomprensibile come una civiltà paragonabile a quella terrestre degli anni cinquanta potesse avere astronavi spaziali.

Parodia satirica della civiltà marcabiana
Una delle caratteristiche ricorrenti delle vite che Hubbard aveva vissuto su questo pianeta era la passione per la tumulazione delle sue fortune terrene, e una delle sue frustrazioni nella vita attuale era l'incapacità a ritrovarle. Era rimasto profondamente deluso dal fatto che le crociere intorno alle Isole Canarie, a bordo dell'Enchanter, non gli avessero fruttato i lingotti d'oro con cui intendeva sostituirne la zavorra, ma ora che aveva a sua disposizione più tempo, navi e personale, era tempo di agire. All'inizio di marzo 1968 la Avon River prese il mare e alla ciurma riunita rivelò lo scopo della segretissima missione: nel corso delle sue vite precedenti aveva accumulato vaste fortune poi sepolte in posizioni strategiche, che ora avrebbero localizzato e recuperato; con o senza la collaborazione delle autorità.

Spiegò che circa duemila anni prima, quando comandava una flotta di galere, in qualche punto della costa spagnola c'era un tempio chiamato il Tempio della Dottrina e la grande sacerdotessa era un'affascinante signora che, disse ammiccando, aveva «scaldato il cuore ai marinai». Il mattino seguente diverse squadre sarebbero sbarcate per cercare le rovine del tempio e l'ingresso segreto dove aveva sepolto un forziere di calici e piatti d'oro. «Era elettrizzante» ha raccontato Amos Jessup. «Tutti pensavamo che fosse una grande avventura. Hubbard era colui che aveva decifrato l'antichissimo mistero della condizione umana e ora con un pugno di uomini solcava il Mediterraneo alla ricerca di un tesoro nascosto». Ma le rovine del Tempio della Dottrina non venivano localizzate. Fortunatamente Hubbard si rese conto che i suoi ricordi erano basati su carte nautiche antiche, mentre ora stava usando quelle moderne. Corretto l’errore, le rovine furono trovate, evento che a bordo dell'Avon River suscitò grande entusiasmo, per niente temperato dal fatto che sarebbe stato più semplice consultare una comune guida turistica, dove il sito era chiaramente indicato come monumento antico. Nonostante fosse stato trovato quello che sembrava essere l'ingresso nascosto, e una prova furtiva col metal detector avesse dato esiti positivi, la continua presenza di turisti e di custodi rendeva problematico procedere con gli scavi. Hubbard decise così di annotare il ritrovamento e procedere oltre.

La Avon River puntò verso la Tunisia, dove era fiorita la civiltà punica. A Cartagine Hubbard aveva conosciuto un sacerdote che aveva nascosto un tesoro di gioielli e oro in un tempio che pensava di poter ritrovare. Ormeggiati nel porto tunisino di Biserta, il Commodoro fece fare alle sue eccitate squadre di ricerca un modello in creta di quello che riusciva a ricordare della topografia della zona, dicendo di perlustrare la costa in cerca di un paesaggio "somigliante". Il sito del tempio venne identificato con sicurezza: era proprio come lui l'aveva descritto, ma l'erosione aveva distrutto il tunnel segreto che portava al nascondiglio del tesoro. Hubbard si recò sul posto, confermò che avevano trovato l'ubicazione esatta e indicò con sicurezza il luogo dov'era situato il tunnel ora interrato.

Altra annotazione e nuova ripartenza. Da Biserta costeggiò fino a La Goulette, il porto di Tunisi, dove cercarono di esplorare le rovine di una città sottomarina. L'equipaggiamento subacqueo si dimostrò inadeguato, e Hubbard fece un nuovo modello in creta di un altro sito in cui cercare un tempio. Si scoprì però che il sito era occupato da un edificio di uffici governativi. Annotazione.

Lasciata La Goulette con rotta verso la Sicilia, la Avon River gettò l'ancora davanti al piccolo porto di pescatori di Castellammare. Hubbard riunì sul ponte un piccolo gruppo e delineò il suo obiettivo successivo: una vecchia torre di guardia appena visibile su un alto promontorio sovrastante il porto. La sera, col favore delle tenebre, una squadra di ricerca sbarcò furtiva su un gommone per esplorare la torre. Tornò parecchie ore più tardi in uno stato di grande eccitazione, poiché in un angolo della torre avevano registrato forti letture del metal detector. Si organizzò una spedizione per la notte seguente, questa volta munita di badili. L'equipaggio della Avon River rimase in attesa con i nervi a fior di pelle, ma quando il gommone fece ritorno non portava con sé alcun forziere. La base rocciosa della torre si era rivelata malvagiamente antagonista ai badili del Benefattore dell'Umanità. Deluso come tutti, Hubbard disse che non era il caso di sprecare altro tempo. Avrebbe rimandato la Enchanter in cerca del proprietario del terreno per negoziarne l'acquisto e potere così condurre scavi adeguati, quindi si ripartì.

La torre d'avvistamento di Castellammare del Golfo
Lasciata Castellammare la Avon River fece rotta verso lo Stretto di Messina, gettando l'ancora davanti alla costa rocciosa della Calabria. Quando faceva l'esattore delle tasse al tempo dell'Impero Romano, tutta quella terra era stata sua. Non era però stato un esattore completamente onesto: aveva nascosto dell'oro all’interno di altari di pietra disseminati lungo la costa. La sacralità dei luoghi serviva a scoraggiare eventuali predatori. Le due squadre di ricerca inviate a terra non trovarono altari. Stessa cosa per la Avon River che incrociò lungo la costa con vedette munite di binocoli. Hubbard concluse che la costa era stata erosa e gli altari portati via dal mare insieme agli ori che custodivano. Nessun tesoro era stato recuperato, tuttavia a bordo l’atmosfera era di palpitante attesa poiché si sapeva che il clou della missione doveva ancora arrivare. Era giunto il momento di svelare ai ricercatori il segreto più importante: una visita alla stazione spaziale segreta in Corsica.

Descrivevo una zona dove non ero mai stato in questa vita, la descrivevo con precisione, poi le squadre partivano e localizzavano esattamente il target … Fu davvero un risultato positivo.

Mission into Time

A pochi selezionati membri dell'equipaggio, Hubbard aveva mostrato parecchie pagine di appunti scritti a mano e a macchina, in cui venivano descritti struttura e ubicazione della stazione spaziale, posta in una zona montagnosa del nord dell'isola. Occupava una vasta caverna a cui si poteva accedere solamente appoggiando su una specifica roccia una specifica impronta di palmo di mano (e l'equipaggio non dubitò trattarsi di quella di Hubbard), il che avrebbe fatto slittare la parete rocciosa che chiude l'accesso alla caverna e attivato la stazione spaziale. All'interno si trovavano un'enorme astronave madre e una flotta di navicelle costruite in una speciale lega resistente alla corrosione, ancora sconosciuta ai terrestri, e tutto l'occorrente per il loro funzionamento, comprese riserve di cibo e carburante.

La base spaziale corsa era destinata però a rimanere solo un'eccitante fantasia, poiché a fine aprile arrivò un messaggio radio di Mary Sue che diceva al Commodoro di tornare immediatamente a Valencia, dove c'era "agitazione", l'eufemismo usato per descrivere uno scontro tra scientologi e "wogs", termine che identifica chi non è scientologo. Il Dizionario Tecnico di Scientology dà questa definizione di wog: un comune ordinario umanoide. Annullata l’operazione base spaziale, l'equipaggio poté fare solo vaghe congetture su ciò che sarebbe accaduto una volta entrati nella stazione spaziale. Il pensiero corrente era che Ron avesse intenzione di usare l’astronave madre per fuggire dalla terra e continuare altrove il suo lavoro, probabilmente in un ambiente meno ostile. La Sea Org, si suggeriva apertamente, non era altro che il passo verso una Space Org.

Arrivati a Valencia, Hubbard si infuriò nell'apprendere che "l'agitazione" era stata provocata dal Capitano della Royal Scotman, il quale aveva ripetutamente respinto le richieste delle autorità portuali spagnole di spostare la nave dal bacino di carenaggio alla banchina. La situazione era degenerata al punto che gli spagnoli minacciavano di trainare la nave al largo. Hubbard mandò a terra una missione per ripianare il dissidio. Qualche giorno più tardi Hubbard si infuriò di nuovo. Una burrasca mise in pericolo la Royal Scotman insufficientemente ormeggiata. Hubbard accorse e riuscì a riormeggiare la nave, ma non prima che il timone subisse dei danni. Finita l’emergenza l'infuriato Commodoro ordinò una "corte di etica" per scoprire chi avesse "pasticciato", assegnando frattanto la "condizione di impedimento" all'intera nave.

Fu così che durante le settimane successive i pescatori spagnoli che gettavano le reti al largo della costa di Valencia, assistettero ad uno spettacolo indimenticabile: una grande nave passeggeri che incrociava al largo, la ciminiera avvolta da sporchi teli grigi. Se i pescatori fossero saliti a bordo sarebbero rimasti ancora più sorpresi nel vedere che tutto l'equipaggio aveva un cencio grigio legato al braccio sinistro. Si è anche detto, ma forse è una leggenda, che addirittura Mixie, il cagnolino di Mary Sue, fosse stato obbligato a portare il cencio grigio annodato al collo.

Al danneggiamento del timone, seguirono altri contrattempi che convinsero il Commodoro che era circondato da una masnada di traditori meritevoli dell'introdurre di una nuova punizione specifica per il personale Sea Org. Chi violava le regole iniziò a venire confinato nel buio e sudicio alloggiamento delle catene e ricevere il cibo da un secchio, oppure, secondo il suo capriccio, era mandato nelle sentine a raschiare vernice per ventiquattro o quarantotto ore consecutive. Una terza variante si presentò quando un giovane olandese lasciò cadere in acqua una delle gomene di prua mentre stavano spostando la Royal Scotman lungo la banchina. Viola di rabbia, Hubbard ordinò che fosse gettato fuori bordo.

La verità è che non ci si può davvero fidare dell'uomo riguardo alla "punizione". Con la punizione egli non cerca, in realtà, la disciplina, ma dà libero corso all'ingiustizia.

HCO PL 24 febbraio 1972

Terminato il periodo di punizione della Royal Scotman, le cui dure condizioni avevano stremato l’equipaggio, Hubbard tornò a bordo della sua ammiraglia e fece rotta per Melilla, nel Marocco Spagnolo, mentre la Avon River rimase nel porto di Marsiglia per il prolungarsi dei lavori di riparazione a causa di uno sciopero generale che aveva paralizzato l'intera Francia. Dalla Royal Scotman Hubbard iniziò a mandare messaggi a Hana Whitfield ingiungendole di terminare i lavori, perché aveva bisogno di lei con urgenza. Una sera le parlò alla radio: «Lo udii singhiozzare apertamente. Piangeva per quello che stava succedendo sulla Royal Scotman. Disse che il nuovo Comandante, la moglie Mary Sue, era così incompetente che aveva dovuto rimuoverla, e non ce la faceva più. Ho bisogno di te qui come Comandate, mi disse». Due giorni più tardi il ponte che bloccava l'ingresso del porto fu aperto per un'emergenza e la Avon River si lanciò in mare aperto senza aver completato la riparazione del motore. Procedette faticosamente fino a Valencia dove fu costretta a fare ulteriori riparazioni; qui arrivò un messaggio che ordinava a Hana di raggiungere la Royal Scotman a Diserta, in Tunisia. Quando il vecchio peschereccio raggiunse la Royal Scotman nel porto tunisino, sbagliò manovra di attracco, inoltre qualcuno dal ponte della Avon River lanciò malamente una gomena che cadde in acqua. In piedi sul ponte di comando Hubbard urlava «Sono stato tradito! I bastardi mi hanno tradito di nuovo!». Hubbard assegnò alla Avon River la condizione di "impedimento" per avere impiegato tanto tempo ad arrivare e si rifiutò di parlare ad Hana, indifferente al fatto che aveva rischiato l’arresto per essere sgusciata via dal porto di Marsiglia per raggiungerlo e navigato per cinquecento miglia con il vapore che usciva dai portelli della sala macchine. «Non si parlò più di promuovermi Comandante della Royal Scotman» ha raccontato Hana.


Comunque, ero a Cartagine nel secondo o terzo secolo avanti Cristo, operavo lì con la Flotta Cartaginese. A Cartagine trascorsi davvero dei bei momenti - belle acque in cui navigare e così via. Verso il 200 AC a Nora (all'epoca si chiamava Nora) conobbi una ragazza, era la Dea di Tanit ed era molto bella. A Cartagine c'erano un sacco di belle ragazze, ma nessuna poteva competere con lei. ... fortunatamente rientrai a Nora con un vascello da guerra, perché quasi guerra fu. La ragazza mi disse "Hey, come va?" e per un po' di tempo per tutti gli altri ci furono poche possibilità.

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